A volte ci irritiamo per certe reazioni esagerate del nostro prossimo. Noi facciamo un piccolo commento, una battuta - ed ecco che l’altra persona scoppia a piangere o si ribella. Racconta una leggenda del deserto la storia di un uomo che doveva recarsi in un’altra oasi e cominciò a caricare il suo cammello. Caricò i tappeti, gli utensili della cucina, i bauli con la biancheria – e il cammello sopportava tutto. Proprio mentre stava per partire si ricordò di una bella piuma azzurra che il padre gli aveva regalato. Decise di prendere anche quella, e la caricò sopra il cammello. In quello stesso istante, l’animale crollò sotto il peso, e morì. "Il mio cammello non ha retto il peso di una piuma", avrà pensato l’uomo. A volte pensiamo anche noi la stessa cosa del nostro prossimo – senza capire che la nostra battuta può essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della sofferenza.

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Paulo Coelho
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Nato 24 agosto 1947 a Rio de Janeiro

Altre citazioni simili

“Il prete del villaggio era un santo, tanto che tutte le volte che aveva bisogno di aiuto, la gente si rivolgeva a lui. Allora egli si ritirava in un angolo segreto della foresta e formulava una preghiera speciale. Dio non mancava mai di esaudire la sua supplica e tutto era risolto. Dopo la sua morte, la gente, quando aveva bisogno di aiuto, ricorreva al suo successore, il quale non era un santo, ma conosceva sia l'angolo segreto della foresta, sia la preghiera speciale. Egli diceva così: ‘Signore, tu sai che non sono un santo, ma questo non ti impedirà di aiutare la mia gente, vero? Ascolta la mia supplica e vieni in nostro aiuto.’ E ogni volta Dio esaudiva la sua preghiera e tutto era risolto. Quando anch'egli morì, se la gente aveva bisogno di aiuto si rivolgeva al suo successore, il quale conosceva la preghiera speciale, ma non l'angolo segreto della foresta. Queste erano le sue parole: ‘Che importanza ha per te un luogo piuttosto che un altro, Signore? Non è forse la tua presenza che rende santo ogni luogo? Ascolta dunque la mia supplica e vieni in nostro aiuto.’ E ogni volta Dio esaudiva la sua preghiera e tutto era risolto. Anche costui morì e la gente, quando aveva bisogno di aiuto, ricorreva al suo successore, il quale non conosceva, né la preghiera speciale, né l'angolo segreto della foresta e diceva: ‘Non è la formula che conta, Signore, ma il grido di dolore di chi soffre. Ascolta quindi la mia supplica e vieni in nostro aiuto.’ E anche allora Dio esaudiva la preghiera e tutto era risolto. Dopo la sua morte la gente, quando aveva bisogno di aiuto, ricorreva al suo successore. Questo prete aveva più dimestichezza con il denaro che con la preghiera e quindi diceva a Dio: ‘Che razza di Dio sei tu se, pur essendo perfettamente capace di risolvere i problemi che tu stesso hai provocato, ti ostini a non alzare un dito finché non ci vedi piangere e strepitare? Ebbene, comportati con la gente come ti pare.’ E subito tornava alle sue faccende. Anche in quel caso Dio esaudiva la sua preghiera e tutto era risolto.”





C'era una volta un principe cui il padre aveva insegnato a credere a tutte le cose tranne a tre: non credeva all'esistenza di principesse, non credeva all'esistenza delle isole, non credeva all'esistenza di Dio. Un giorno, camminando sulla spiaggia, vide in mezzo al mare distese di terra su cui strane e inquietanti creature femminili si muovevano regalmente. In quel momento gli comparve davanti un uomo in abito da sera e il principe chiese: "Cos'è quella terra in mezzo al mare?" "Isole". disse l'uomo. "E quelle figure?" "Principesse." "Ma allora anche Dio esiste?" "Si sono io". Rispose l'uomo in abito da sera. Il principe tornò subito a palazzo e aggredì verbalmente suo padre, il Re: "Ho visto le isole, ho visto le principesse e ho visto Dio". "Non esistono principesse, non esistono isole, non esiste Dio". Rispose il Re con calma. "Ma è ciò che ho visto!" "Ah si? Dimmi: com'era vestito Dio?" "In abito da sera? Portava le maniche della giacca rimboccate?" Il principe ricordò che le maniche erano rimboccate. E il Re lo rassicurò: "Lo sapevo: è la divisa del mago. Hai incontrato un mago e ti ha ipnotizzato". Allora il principe tornò sulla spiaggia e disse al mago: "Mio padre il Re mi ha detto chi sei. Mi ha detto che sei un mago e che mi hai ingannato". L'uomo della spiaggia sorrise rispondendo: "È tuo padre che ti ha ipnotizzato, è lui il mago, qui ci sono molte isole e molte principesse e io sono Dio, invece tu sei sotto il suo incantesimo". Sempre più confuso il principe tornò ancora una volta a palazzo e chiese al padre: "E così tu non sei un Re? Sei solo un mago!" Il Re rispose, rimboccandosi le maniche: "Si figlio mio, sono solo un mago". "Allora l'uomo della spiaggia era davvero Dio?" "No, figlio mio, era anche lui un mago". "Ma qual è la verità dietro questa magia?" "La verità è che non c'è nessuna verità dietro la magia, figlio mio". Il principe allora, in preda allo sconfortò, disse: "Non posso sopportarlo, mi ucciderò!" Il Re fece comparire la morte, il principe rabbrividì, ricordò le isole e le principesse irreali ma belle e quindi si rivolse al padre: "Va bene, posso sopportarlo!" "Vedi figlio mio… - disse il Re - … anche tu adesso stai diventando un mago".


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