“Soggiornava in un paese, per quanto credesi, vicino al suo, una giovanotta contadina di bell'aspetto, della quale egli era stato già amante senza ch'ella il sapesse, né se ne fosse avvista giammai, e chiamavasi Aldolza Lorenzo; e questa gli parve opportuno chiamar signora de' suoi pensieri. Dappoi cercando un nome che non discordasse gran fatto dal suo, e che potesse in certo modo indicarla principessa e signora, la chiamò Dulcinea del Toboso perché del Toboso appunto era nativa.”
“Io ho un corpo di donna ed emozioni di una fanciulla.”
“Stepan Arkad’ic sorrise. Conosceva bene il sentimento di Levin; sapeva che per lui tutte le ragazze del mondo si dividevano in due categorie: nella prima c’erano tutte le ragazze di questo mondo tranne lei, e queste ragazze avevano tutte le debolezze umane ed erano esseri molto comuni; nella seconda, c’era lei sola e non aveva nessuna debolezza, ed era superiore ad ogni cosa umana.”
“In Spagna le ragazze si chiamano ciche? Allora mi trasferisco e mi metto a raccogliere le ciche.”
“In Germania ho conosciuto delle belle signorine. Foreste? Sì erano tedesche.”
“Una ragazza con una buona dote trova anche se il padre è uno jettatore.”