“Lo stile da solo non è nulla. È un mezzo di investigazione. Deve farsi dimenticare, come si dimentica quando leggiamo Stendhal o Balzac.”
“Un giorno un monaco disse a un altro:- Ho letto il libro di abba Mentone e mi è sembrato terribilmente astratto.Gli rispose il confratello:- Chi scrive astratto s’illude di pensar profondo.”
“In un cenobio, uno scrivano era di una grande lentezza. Un padre venne per un consiglio dall’igumeno:- Abba – gli disse – quel giovane scrivano è molto, molto lento. I padri che gli dettano i loro commenti alla Scrittura rischiano d’impazientirsi.- Affidalo allora a padre Eufrosimo, l’anziano che è balbuziente.”
“Un sapiente di questo mondo andò a far visita a un anziano. E vedendo che questi non possedeva che una Bibbia, gli regalò un suo libro di esegesi.Dopo un anno – tornato a fargli visita – gli chiese:- Abba, il mio libro ti è servito a capire meglio la Bibbia?- È successo il contrario – gli rispose l’anziano. - Mi son dovuto servire della Bibbia per capire il tuo libro…”
“Abba Sisoès aveva molti libri nella sua cella e molta sapienza nel suo cuore. A un giovanemonaco che un giorno gli chiese:- Abba, è difficile leggere?Rispose:- Leggere è niente; il difficile è dimenticare quello che si è letto…”
“Il grande Pacomio stava dettando la sua Regola a un giovanemonaco scrivano. Al termine di un passo, chiese al fratello di fargli leggere lo scritto. Ebbe allora un lieve moto di stizza.- Perché ti sei rabbuiato, abba? – domandò il giovanemonaco.- Perché io ti ho dettato una cosa, tu ne hai capito un’altra e ne hai scritto una terza.”