“Ogni volta che un insegnante entra in classe si deve confrontare con la propria solitudine, con un vuoto di senso entro il quale è costretto a misurare la propria parola.”
“Il professore, occhiali spessi e testa pelata, aveva saputo cogliere dei segnali ancora tenui, che in qualche maniera erano una profezia sul suo futuro. Gli voleva bene, e aveva visto in anticipo l’uomo che sarebbe stato, senza dar troppo peso anche all’immagine smagrita del disoccupato che sarebbe diventato.”
“La supplente è per definizione un concentrato di sfiga cosmica. Primo: perché sostituisce un professore, che di per sé è già uno sfigato, e quindi la supplente è una sfigata al quadrato. Secondo: perché fa la supplente, che vita è lavorare per sostituire qualcuno che sta male? Cioè: non solo sei sfigata, ma porti anche sfiga agli altri. Sfiga al cubo.”
“Colui che osa insegnare non deve mai smettere di imparare.”
“Maestro: dopo quello di padre è il più nobile, il più dolce nome che possa dare un uomo a un altr'uomo.”
“Pronuncia sempre con riverenza questo nome – maestro – che dopo quello di padre, è il più nobile, il più dolce nome che possa dare un uomo a un altro uomo.”