“Noi non siamo capaci di fare niente per noi stessi. Non ti senti un po frustato?!”
“Non esisteva spettacolo più triste sul quale sorgere che quello di un uomo di buone qualità e buoni sentimenti, incapace di indirizzarli, incapace di aiutarsi e di rendersi felice, un uomosensibile, succube della propria sorte avversa e rassegnato a farsi da essa divorare.”
“Non siamo in grado di contemplare la morte, o la malattia, o anche solo l’invecchiamento dell’altro.”
“Non sono granché come fidanzato, ma non sono nemmeno da buttare. Non ci sono con la testa, è questo il fatto.”
“- Sei qui perché io sono incapace di lasciarti andare.- Allora non farlo.”
Padri e maestri, io mi domando: “Che cos’è l’inferno?” E do la seguente risposta: “La sofferenza di non essere più capaci di amare”.