“L'ora di religione è ancora considerata parte di una tradizione nazionale: le famiglie, anche se non praticanti, continuano a scegliere questa possibilità per i propri figli. Perché? La risposta è abbastanza semplice: il genitoreitaliano teme che iscrivere il proprio figlio a un insegnamento alternativo alla religione cattolica significhi esporlo al rischio di isolamento dal gruppo. Quindi si preferisce che il bambino segua un insegnamento che non si considera appropriato, forse più per un legame culturale con le radici cattoliche del nostro Paese che per una convinta e profonda adesione ai contenuti di volta in volta trasmessi in aula. Rifiutare l’insegnamento della religione è una decisione percepita quasi come una frattura con le tradizioni consolidate della nostra società e quindi con la nostra identità. I bambini e gli adolescenti amano stare in compagnia e soffrono soprattutto se vengono isolati dai gruppi che si creano naturalmente fra i compagni di scuola. Inoltre, si fanno molte più domande di un adulto ma sono anche più naturalmente propensi a credere a quello che viene detto loro. Ed è bene che sia cosi, l’evoluzione stessa li ha dotati di questa caratteristica perché l’allungamento del processo di maturazione che caratterizza la nostra specie richiede una guida prolungata da parte degli individui adulti, come i genitori e i maestri. Il senso di appartenenza e di identificazione con un gruppo, sia esso composto dai famigliari o dai coetanei, è altrettanto importante per la sopravvivenza. In questo senso i bambini sono naturalmente un po’ creduloni e tendono ad allinearsi con gli altri compagni.”
“I grandi fanno sempre così con i bambini, credono che non possono capire le coseimportanti, che sia inutile spiegarle semplicemente, o che possa far loro del male, e allora si inventano un sacco di giri, di storie, non sapendo che è così che i bambini iniziano a non fidarsi. E' così che si inizia ad essere sospettosi delle parole dei grandi.”
“La relazione tra giovani e adulti non è simmetrica, e trattare l’adolescente come un proprio pari significa non contenerlo, e soprattutto lasciarlo solo di fronte alle proprie pulsioni e all’ansia che ne deriva.”
“I bambini si ammalano solo quando sono davvero malati. Gli adulti, invece, a partire da una certa età, o avevano i sintomi senza le malattie o qualcosa di peggio.”
“I vent'anni sono più belli a quaranta che a venti.”
“Non si può diventaregenitori se prima non si è diventati adulti... La sequenza bambino-adulto-genitore non può essere cambiata nel suo ordine. Infatti, come si fa ad assistere gli altri se non si è in grado di assistere se stessi?”