“Quella pioggia scrosciante e violenta, senza tuoni, lo elettrizzava e lo faceva sentire vivo. Capitava anche quando era piccolo, e doveva andare a scuola sotto il diluvio: era una mattinata speciale, e mentre camminava verso la scuola, pregustando il conforto della classe calda e asciutta, si sentiva una specie di eroicoviaggiatore sperso nella tormenta.”
“Il mio corpo era come tanti uccellini posati su un filo del telefono che avvolgeva il mondo, con le nuvole che lo agitavano con molta attenzione.”
“Me la scopai. Fu come l’eterno cinquantanovesimo secondo quando diventa un minuto e poi ha quell’aria un po’ impacciata.”
“Mi sento come un verme senza mela.”
“Mi sentivo come il comandante di un sommergibile della flotta del Baltico che aveva combattuto troppe battaglie. Appena riparavo una falla se ne apriva subito un'altra. Ariane mi negava la sua complicità. I capitalisti issavano i vessilli della Coca-Cola e una brezza proveniente da ovest mi sbatteva in faccia i soldi di mia madre.”
“Se il meditante osserva l'impermanenza della sensazione - gradevole, sgradevole o neutra che sia - nel proprio corpo, se ne osserva il declino, lo svanire, la cessazione e osserva nel contempo l'abbandono dell'attaccamento a tale sensazione, allora i condizionamenti nascosti della sete di sensazioni vengono eliminati.”