“Molti romanzi odierni, come contenuto, sono novelle più o meno abilmente diluite in trecento e più pagine, a furia di descrizioni e di pretesa analisi psicologica.”
La curiosità del lettore deve sorgere fin dall’inizio, fin dalle prime – critiche – cinque pagine. La suspense introdotta nelle primissime righe della fiction si chiama hook (uncino, amo) e serve ad “avvinghiare” a voi il lettore, renderlo vostro “schiavo”.
“Un eccellente esempio di come si possa creare tensione è l’inserimento di una bomba a tempo: qualcosa di terribile che si sa che deve (o anche semplicemente può) accadere a un dato istante futuro, ma che non si sa dove accadrà.”
“Il problema che attanaglia la mente dell’eroe: è possibile assicurare alla giustizia il cattivo?”
“Man mano che vi avvicinate alla fine, accorciate la lunghezza dei vostri paragrafi e dei vostri capitoli.”
“Con la parola suspense intendiamo una concatenazione degli eventi e delle parole tale da far sì che il lettore non smetta mai di domandarsi cosa succederà dopo. Se questo non avviene, il romanzo è un fallimento.”