“Sono davvero tremendo e terribilmente inopportuno che non capisco come faccia la gente a rimanere in una stessa stanza assieme a me. So per certo che nemmeno io mi sopporto!”
“Io sono nella vita esattamente come appaio in TV: un ignorante che si è fatto da solo.”
“Ho sempre guardato le cose dal punto di vista di quello sfavorito.”
“Non siamo più spensierati, ma atrocemente indifferenti. Sapremmo forse vivere, nella dolce terra: ma quale vita? Abbandonati come fanciulli, disillusi come vecchi, siamo rozzi, tristi, superficiali. Io penso che siamo perduti.”
“La stabilità aiuta a identificare; ma più importanti sono i contorni, le delimitazioni e – proseguendo su questo piano – le denominazioni. I nostri contorni sono gli altri e le loro diversità interroganti.”
I “noi” come edifici o come organismi sono la solidificazione opacizzata delle «immagini» con cui i “noi” inventano se stessi, per differenziarsi dagli altri e costruendo così, in maniera immaginativa, anche gli “altri”.