“Sei una bravissima persona e io ti sono molto affezionato; ma in fondo sei solo una piccola creatura in un mondo molto vasto!”
“La felicità sia come un pranzo al sacco, di quelli che mettiamo nello zaino al mattino per poi andare a fare una bella scampagnata: ce la portiamo dietro noi, da casa, dovunque andiamo, qualunque cosa facciamo. Alla felicità non andiamo mai incontro, non la troviamo a destinazione. Non sono i luoghi a renderci tristi e demotivati, o felici e pieni di allegria. Siamo noi a essere felici o tristi in quei luoghi (spesso rendendoli tristi o felici intorno a noi)!”
“Quella nata negli anni Sessanta, i baby boomers, è una generazione di tecnici, gente capace ad applicare, impressionata dalle potenzialità reddituali di un corso di studi, mai guidata dalla passione, mai spinta dal desiderio, ma sempre dall’opportunità. Uomini e donne che fin da ragazzi hanno letto poco, e quindi hanno partorito pessimi sogni, e letteratura ancora peggiore. I racconti dei miei coetanei sono per lo più storie dal valore sociologico, affreschi di una generazione in preda alle nevrosi. Quando va bene sono storie di genere, scopiazzate dagli americani. Se vai in libreria è un fiorire di ispettori, poliziotti, magistrati, giornalisti col gusto del massacro. Quasi tutta roba già letta, inventata da altri, riscritta. La mia generazione passerà alla storia per aver inventato lo splatter, il trash, la gioventù cannibale, i romanzi ispirati dalla cronaca nera. Sembra che l’emozione sia un po’ sclerotizzata, in questi anni, e ci sia bisogno di darle qualche scossa a suon di sangue. Noi siamo sempre stati ragazzi cresciuti, incapaci di raccontare storie, oltre che di viverle.”
“Assisteremo a piroscafi carichi di italiani che viaggiano in terza classe verso la Cina e l’India invece che verso l’America?”
“La competenza, come la verità, la bellezza e le lenti a contatto, è negli occhi dell'osservatore.”
“Quando vorrò la tua opinione te la dirò.”