“La pazienza è ciò che nell'uomo più somiglia al procedimento che la natura usa nelle sue creazioni.”
È sempre il potere a provocare la rivoluzione. Non certo di proposito. Tuttavia il suo stile di vita e di governo finisce per diventare una vera e propria provocazione. Ciò avviene quando tra i personaggi dell’élite si instaurano il senso dell’impunità e la convinzione di poter fare qualunque cosa, di potersi permettere tutto. È un’illusione, certo, ma non priva di giustificazioni razionali. Per molto tempo sembra realmente che i membri dell’élite possano fare quello che vogliono: per quanti scandali e illegalità commettano, la passano sempre liscia. Il popolo pazienta e tace: non si è ancora scrollato di dosso la paura, non si rende conto della propria forza. Al tempo stesso, però, tiene minuziosamente conto dei torti subiti: tirerà le somme nel momentodebito. La scelta di questo famoso momento è uno dei massimi enigmi della storia. Perché proprio quel giorno, piuttosto che un altro? Perché mai quell’elemento scatenante, e non un altro? Fino a ieri il potere si permetteva gli eccessi più estremi senza che nessuno fiatasse. “E oggi che avrò mai fatto,” si chiede stupito il sovrano, “da farli imbestialire così di colpo?” Che cosa ha fatto? Ha abusato della pazienza del popolo.
“La pazienza è l'arte di saper nascondere la propria impazienza. ”
“È più dignitoso stare seduti come Giove che volare come Mercurio; smettiamo dunque di correre qua e là in cerca di miele, ronzando come api impazienti all’idea di ciò che vogliamo; apriamo piuttosto i nostri petali come fa il fiore e facciamoci passivi e ricettivi.”
“Non potremmo imparare mai ad essere coraggiosi e pazienti, se ci fosse solo gioia al mondo.”
“Con la pazienza, tutto è possibile”, era il detto preferito di abba Ilarione. Un giorno un giovanefratello lo volle provocare: “Abba, avendo solo un canestro di vimini, come potresti trasportare dell’acqua?”. Gli rispose l’anziano: “Con la pazienza, aspettando che prima o poi l’acqua diventi ghiaccio”.