Siamo una strana generazione, noi: abbiamo passato la prima metà della vita a superare l’idea romantica che un’amica fosse qualcuno con cui dividevi tutto e con cui eri leale fino all’autolesionismo, come Candy con Annie; e la seconda metà a vedere il concetto di “amico” deprezzato dai social network che definiscono tali anche persone delle quali non sai nulla e che non potresti mai chiamare se bucassi una gomma nella notte.
“Immaginate di tornare a casa e di scoprire che dei tizi hanno picchiato un vostro amico. Per prima cosa, vi mettete a pensare a quello che dovete fare. Poi passate a figurarvi il come. Supponete invece di tornare a casa e che, non un amico, ma vostra madre è stata picchiata. Wham! Non ci pensate due volte, questa è l’attitudine pura.”
“Il momento in cui i tuoi amici hanno bisogno di te è quando hanno torto, Jean Louise. Non hanno bisogno di te quando hanno ragione...”
“Mostrami qualcuno che non distingue gli amici dai nemici: credimi, quel tipo farà la fine di chi resta senza amici.”
“Le due cose più importanti nella vita sono dei buoni amici e una panchina robusta.”
“Passiamo più tempo a parlare male dei nemici che a dir bene degli amici.”