“Se si convive a lungo con la sofferenza, alla fine essa diventa in qualche modo parte di noi. Quando cominciamo a stare meglio, quando cominciamo a staccarci dalla sofferenza, viviamo degli stati d'animo contraddittori.”
La vita a volte ci ferisce e noi ce ne andiamo tristi, verso la nostra "Emmaus", voltando le spalle al disegno di Dio. Ma ci accoglie la Liturgia della Parola: Gesù ci spiega le Scritture e riaccende nei nostri cuori il calore della fede e della speranza.
“L’ecumenismo della sofferenza, l’ecumenismo del martirio, l’ecumenismo del sangue è un potenterichiamo a camminare lungo la strada della riconciliazione tra le Chiese, con decisione e fiducioso abbandono all’azione dello Spirito. ”
Dio non viene a "tenere una lezione" sul dolore; non viene neanche ad eliminare dal mondo la sofferenza e la morte; viene piuttosto a prendere su di sé il peso della nostra condizione umana, a portarla fino in fondo, per liberarci in modo radicale e definitivo. Così Cristo combatte i mali e le sofferenze del mondo: facendosene carico e vincendoli con la forza della misericordia di Dio.
“La debolezza e la sofferenza dei nostri affetti più cari e più sacri, possono essere, per i nostri figli e i nostri nipoti, una scuola di vita - è importanteeducare i figli, i nipoti a capire questa vicinanza nella malattia in famiglia - e lo diventano quando i momenti della malattia sono accompagnati dalla preghiera e dalla vicinanza affettuosa e premurosa dei familiari.”
“Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza, che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia.”