“Il dolore e la felicità sono fatti soprattutto di cianfrusaglie, paccottiglia, ingombri da soffitta di cui non riusciamo a disfarci anche quando abbiamo smesso definitivamente di usarli ed escludiamo che ci possano tornare utili.”
“Già uomo per viltà, facevo ciò che facciamo tutti una volta divenuti adulti, quando ci si presentano innanzi delle sofferenze e delle ingiustizie: non volevo vederle.”
“Se si tratta della donna amata, per liberarsi dal dolore che si prova al pensiero che questo sia possibile, si cerca di sapere non solo cosa abbia fatto, ma anche cosa provasse nel farlo, che idea avesse di quel che faceva; allora, scendendo sempre di più, per la profondità del dolore si raggiunge il mistero, l'essenza. Soffrivo fin nel profondo di me stesso, fin nel mio corpo, nel mio cuore — molto più di quanto mi avesse fatto soffrire la paura di perdere la vita — di quella curiosità in cui erano coinvolte tutte le forze della mia intelligenza e del mio inconscio.”
“Guariamo dalla sofferenza solo provandola appieno.”
“La felicità è benefica per il corpo, ma è il dolore che sviluppa i poteri della mente.”
“Mi sembra ridicolo, in fondo, che un uomo della sua intelligenza soffra per una persona di quel genere - soggiunse con la saggezza di chi non è innamorato, che pensa che un uomo d'ingegno non dovrebbe essere infelice se non per una persona che ne mettesse conto; all'incirca è come stupire che ci si degni di soffrire del colera per opera d'un essere così piccolo come il bacillo virgola.”