“Quando la culturauniversitaria contava qualcosa, questi monologhi autoreferenziali, questi esercizi di stile sul nulla risuonano oggi in un mondo che dell’università, della sua mediazione, può benissimo fare a meno.”
“Uno può parlare bene ed è giusto elogiarlo per questo, ma non bisogna prendere per oro colato tutto quello che dice: si può essere bendisposti e benevoli verso di lui per quel che riguarda lo stile e la pronuncia, ma quanto alla veridicità e all’utilità dei contenuti del suo discorso occorre esserecriticiattenti e severi, evitando di rendersi odiosi ma anche di essere danneggiati dalle sue parole, dato che inconsapevolmente, per simpatia o fiducia verso chi parla, siamo portati a far nostri molti ragionamenti falsi e cattivi.”
“Nel caso di una discussione filosofica occorre mettere da parte la reputazione dell’oratore e badare alla sostanza di ciò ch’egli dice. Come in guerra, infatti, anche in un dibattito ci sono molte cose superflue, da cui non ci si deve lasciare influenzare: l’in-tonazione della voce, lo sguardo accigliato, la canizie, l’autoelogio. Ma bisogna guardarsi soprattutto dagli applausi, dalle esclamazioni e dai sobbalzi del pubblico, che possono influenzare specialmente i giovani e i profani disorientandoli e trascinandoli via come fuscelli nella corrente di un fiume.”
“L'incompetenza si manifesta con l'uso di troppe parole.”
“Trasformare l'argomentazione più debole nella più forte.”
“Sono la passione e la fantasia che ci rendono eloquenti.”