In un paese un giorno passò a miglior vita un vecchio di 103 anni. Alla vigilia del funerale, dopo cena, si raccolsero quattro gatti per la tradizionalerecita del rosario e per la consueta chiacchierata d'occasione. "Poveretto, quante ne ha viste e quanto tribolare..." "Ma come ha fatto ad arrivare a questa età?," chiede una donna alla nuora. "Cara mia, per tutta la vita ha sempre ascoltato il medico: sempre acqua, mai un goccio di vino". A un tratto si sentì un tonfo giù per la scala di legno che portava al piano di sopra. "Madonna, che succede?" "Niente paura - disse la nuora - è ruzzolato il fratello gemello del morto, ubriaco fradicio come al solito".

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Bruno Anzolin

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Il Grande Maestro e il Guardiano condividevano l'amministrazione di un monastero zen. Un giorno, il Guardiano morì e fu necessario sostituirlo. Il Grande Maestro riunì tutti i discepoli per scegliere chi avrebbe avuto l'onore di lavorare direttamente al suo fianco. "Vi esporrò un problema - disse il Grande Maestro - e colui che lo risolverà per primo sarà il nuovo Guardiano del tempio". Terminato il suo brevissimo discorso, collocò uno sgabellino al centro della stanza. Sopra c'era un vaso di porcellana costosissimo, con una rosa rossa che lo abbelliva. "Ecco il problema", disse il Grande Maestro. I discepoli contemplavano, perplessi, ciò che vedevano: i disegni raffinati e rari della porcellana, la freschezza e l'eleganza del fiore. Che cosa rappresentava tutto ciò? Cosa fare? Qual era l'enigma? Dopo alcuni minuti, uno dei discepoli si alzò, guardò il Grande Maestro e gli allievi tutt'intorno. Poi, si avviò risolutamente al vaso e lo scagliò per terra, mandandolo in frantumi. "Tu sarai il nuovo Guardiano", disse il Grande Maestro all'allievo. E non appena questi fu tornato al suo posto, spiegò: "Io sono stato molto chiaro: ho detto che vi trovavate davanti a un problema. Non importa quanto bello e affascinante esso sia, un problema deve essere eliminato. Un problema è un problema; può trattarsi di un rarissimo vaso di porcellana, di un meraviglioso amore che non ha più senso, o di un cammino che deve essere abbandonato, ma che noi ci ostiniamo a percorrere perché ci fa comodo… C'è solo una maniera di affrontare un problema: attaccandolo di petto. In quei momenti, non si può né avere pietà, né lasciarsi tentare dall'aspettoaffascinante che qualsiasi conflitto porta con sé".


“Il prete del villaggio era un santo, tanto che tutte le volte che aveva bisogno di aiuto, la gente si rivolgeva a lui. Allora egli si ritirava in un angolo segreto della foresta e formulava una preghiera speciale. Dio non mancava mai di esaudire la sua supplica e tutto era risolto. Dopo la sua morte, la gente, quando aveva bisogno di aiuto, ricorreva al suo successore, il quale non era un santo, ma conosceva sia l'angolo segreto della foresta, sia la preghiera speciale. Egli diceva così: ‘Signore, tu sai che non sono un santo, ma questo non ti impedirà di aiutare la mia gente, vero? Ascolta la mia supplica e vieni in nostro aiuto.’ E ogni volta Dio esaudiva la sua preghiera e tutto era risolto. Quando anch'egli morì, se la gente aveva bisogno di aiuto si rivolgeva al suo successore, il quale conosceva la preghiera speciale, ma non l'angolo segreto della foresta. Queste erano le sue parole: ‘Che importanza ha per te un luogo piuttosto che un altro, Signore? Non è forse la tua presenza che rende santo ogni luogo? Ascolta dunque la mia supplica e vieni in nostro aiuto.’ E ogni volta Dio esaudiva la sua preghiera e tutto era risolto. Anche costui morì e la gente, quando aveva bisogno di aiuto, ricorreva al suo successore, il quale non conosceva, né la preghiera speciale, né l'angolo segreto della foresta e diceva: ‘Non è la formula che conta, Signore, ma il grido di dolore di chi soffre. Ascolta quindi la mia supplica e vieni in nostro aiuto.’ E anche allora Dio esaudiva la preghiera e tutto era risolto. Dopo la sua morte la gente, quando aveva bisogno di aiuto, ricorreva al suo successore. Questo prete aveva più dimestichezza con il denaro che con la preghiera e quindi diceva a Dio: ‘Che razza di Dio sei tu se, pur essendo perfettamente capace di risolvere i problemi che tu stesso hai provocato, ti ostini a non alzare un dito finché non ci vedi piangere e strepitare? Ebbene, comportati con la gente come ti pare.’ E subito tornava alle sue faccende. Anche in quel caso Dio esaudiva la sua preghiera e tutto era risolto.”




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