“Lo scrittore non ha, propriamente, un fine oltre quello di esserescrittore, pertanto il suo idealesessuale è tutt’uno con la sua realtàsessuale: non dà alcun esempio a nessuno perché, essendo un genio, l’esempio è lui in persona.”
“Finito il libro tiro la riga e lascio al lettore l’incarico di eseguire l’operazione: addizione, sottrazione, poco importa: penso che non tocchi a me farla. Tanto peggio per i lettoripigri: io li desidero diversi. Inquietare: questa è la mia parte. Il pubblico preferisce sempre essere rassicurato. Molti scrittori lo fanno di mestiere. E sono anche troppi.”
“Chi scrive non ha diritto di chiedere, per la sua opera, nulla a nessuno.”
“Quando ha sollecitato l’editore perché gli paghi ciò che gli è dovuto, esigenza legittima e indispensabile, non gli restano altri compiti pratici nei riguardi dei suoi libri.”
“Chi scrive non deve mai dolersi fuor di misura per le critiche negative o per il silenzio che ricadono sulla sua opera.”
“No. Non credo alla funzionesociale degli scrittori.”