“L’ubriachezza è madre dell’allegria.”
“Come nella speranza o in qualunque altra disposizione dell'animo nostro, il bene lontano è sempre maggiore del presente, così per l'ordinario nel timore è più terribile il male.”
“L'uomo che ha perduto... la stima di se stesso, non è più buono a niente di grande né di magnanimo.”
“Pare un assurdo, e pure è esattamente vero, che, tutto il reale essendo un nulla, non v'è altro di reale, né altro di sostanza al mondo che le illusioni.”
“Umana cosa picciol tempo dura.”
“Il popolaccio italiano è il più cinico di tutti i popolacci. Quelli che credono superiore a tutte per cinismo la nazionefrancese, s’ingannano. Niuna vince né uguaglia in ciò l’italiana.”
“Tutto ciò che è finito, tutto ciò che è ultimo, desta sempre naturalmente nell'uomo un sentimento di dolore, e di malinconia.”
“La condizione dell'uomo non è capace di alcun godimento notabile, che non consista sopra tutto nella speranza, la cui forza è tale, che moltissime occupazioni prive per sé di ogni piacere, ed eziandio stucchevoli o faticose, aggiuntavi la speranza di qualche frutto, riescono gratissime e giocondissime.”
“Tutto al mondo passa,e quasi orma non lascia.”
“Ne' guai non ci vuol pianto ma consiglio.”
“E non per altra cagione sono odiose e riputate contrarie alla buona creanza le lodi di se medesimo, se non perché offendono l'amor proprio di chi le ascolta. E perciò la superbia è vizio nella società, e perciò l'umiltà è cara, e stimata virtù.”
“I giovani assai comunemente credono rendersi amabili, fingendosi malinconici. E forse, quando è finta, la malinconia per brevespazio può piacere, massime alle donne. Ma vera, è sfuggita da tutto il genere umano; e al lungo andare non piace e non è fortunata nel commercio degli uomini se non l'allegria: perché finalmente, contro a quello che si pensano i giovani, il mondo, e non ha il torto, ama non di piangere, ma di ridere.”
“Io vorrei la bellezza, ma la bellezza non è qua, per cui deve essere da un'altra parte.”
“Tra questa immensità s’annega il pensier mio.”
“Sopra ogni dolore d'ogni sventura si può riposare, fuorché sopra il pentimento. Nel pentimento non c'è riposo né pace, e perciò è la maggiore e la più acerba di tutte le disgrazie.”