Nel mio lavoro ho visto centinaia di cani maltrattati mentalmente, fisicamente e geneticamente per questioni legate all’estetica o alla competizione. La parola cinofilia dovrebbe farci riflettere. Deriva dal greco kynòs – cane – e philìa – amore – e significa “amore per il cane”. Ma chi ama davvero questi animali si preoccupa innanzitutto di realizzare la loro felicità. Chi invece usa il cane, anteponendo i propri scopi personali alla felicità di quello che dovrebbe essere un amico a quattro zampe, ha solo l’illusione di amarli. E la sua non è cinofilia.
“Possiamo immaginare che tra noi e il cane vi sia un conto corrente emozionale. Più versiamo sul conto più possiamo fare prelievi. Prima di chiedere, dobbiamo dare. Se pretendiamo soltanto, il conto andrà in rosso e se insistiamo a chiedere ancora e ancora, senza dare nulla in cambio, il conto verrà chiuso.”
“Questa è una delle funzioni meravigliose del cane: schiuderci la porta che si affaccia sui vasti territori del regno animale.”
“Le motivazioni per cui alcune persone sono infastidite, impaurite o addirittura fobiche nei confronti dei cani sono di ordine culturale, non genetico.”
“C’è ancora chi crede che gli animali non provino emozioni, ma scommetto che quelle persone al rientro a casa non hanno un cane ad accoglierle.”
“Quando sei di fronte a un animale e lo tratti con rispetto, cerchi di conoscerlo e farti conoscere invece di obbligarlo a cambiare, lui ti apre la mente e il cuore.”
“Siamo davvero bravi solo se il cane, pur potendo agire diversamente, sceglie di seguirci e di fare parte del nostro mondo.”
“Il cane è un animale sociale e la prima necessità che ha, dopo essersi sfamato, è quella di sentirsi parte di un gruppo. Perché questo accada dobbiamo permettergli di vivere al nostro fianco, in casa, dove trascorrerà anche la notte, e dedicargli il tempo necessario per fare insieme diverseattività.”