“Il concetto chiave non è più la ‘presenza’ in rete, ma la ‘connessione’: se si è presenti ma non connessi, si è soli.”
“La sfida non deve essere come ‘usare’ bene la rete, come spesso si crede, ma come ‘vivere’ bene al tempo della rete.”
“Prima di Facebook e delle altre piattaforme simili, internet era sostanzialmente una rete di pagine e di contenuti, non di persone.”
“Il ‘dono’ assume la forma del gratis. Non spinge a dare e ricevere, ma a prendere e lasciare che gli altri prendano. La riduzione del dono a qualcosa che viene donato, all’oggetto in sé, rischia di oscurare la percezione di una dinamica più profonda, di cui il gesto di donare un regalo è espressione. E col concetto di dono cambia anche quello di prossimo. Al soggetto singolo del destinatario si sostituisce l’‘utente’. In questa condizione il donatore non offre un oggetto che rappresenta in qualche modo il rapporto tra lui e il destinatario. Il donatore offre qualcosa di non segnato da un rapporto affettivo unico. D’altra parte neanche conosce il destinatario: egli dona alla ‘società’.”
“Internet, con la sua capacità di essere, almeno in potenza, uno spazio di comunione, fa parte del cammino dell’uomo verso questo compimento in Cristo. Occorre dunque avere uno sguardo spirituale sulla rete, vedendo Cristo che chiama l’umanità a essere sempre più unita e connessa.”
“La Rete da luogo di «connessione» è chiamata a diventare luogo di «comunione».”
“La rete non è uno strumento, ma un ‘ambiente’ nel quale noi viviamo. I ‘dispositivi’, cioè gli oggetti che abbiamo sotto mano e che ci permettono di essere sempre connessi, tendono ad alleggerirsi, a perdereconsistenza per diventare trasparenti rispetto alla dimensione digitale della vita. Sono porte aperte che raramente vengono chiuse. Chi spegne ormai un iPhone? Lo si ricarica, lo si ‘silenzia’, ma raramente lo si spegne. C’è chi neanche sa come si spegne. E se abbiamo uno smartphone acceso in tasca siamo sempre dentro la rete. Di conseguenza aumenta il numero degli studi su come la rete sta cambiando la nostra vita quotidiana e, in generale, il nostro rapporto con il mondo e le persone che ci stanno accanto. Ma, se la rete cambia il nostro modo di vivere e di pensare, non cambierà anche il modo di pensare e vivere la fede?”
“Se i cristiani riflettono sulla rete, non è soltanto per imparare a ‘usarla’ bene, ma perché sono chiamati ad aiutare l’umanità a comprendere il significato profondo della rete stessa nel progetto di Dio: non come strumento da ‘usare’, ma come ambiente da ‘abitare’.”
“La rete è il luogo del dono. Concetti come file sharing, free software, open source, creative commons, user generated content, social network hanno tutti al loro interno, anche se in maniera differente, il concetto di ‘dono’, di abbattimento dell’idea di ‘profitto’.”
“Di solito i blogger sono apprendisti-mancati-pretesi letterati che si dannano a cercare stima e fama in Internet. O signore e signorine che approfittano della copertura di un nickname, per sfogare umori e ardori, esibire dolciastre poesie o confidare i propri amori (di regola infelici). ”
“Internet, Net, Web, La Rete, il Cyber-spazio. Risorsa dei momenti disperati.”
“Molte cose devono ancora essere inventate. Molte cose devono ancora succedere. La gente non ha idea dell’impatto che avrà Internet, e per tanti versi siamo ancora all’inizio.”
“E quale modo migliore di condividere i miei pensieri se non spiattellandoli in rete??”
“Se google fosse stato un ragazzo non mi avrebbe trovata neanche se mi fossi travestita da grattacielo!”
“Noi non vi chiediamo di regalare iPhone, voi non chiedete a noi di regalare la nostra musica.”