“Il ‘dono’ assume la forma del gratis. Non spinge a dare e ricevere, ma a prendere e lasciare che gli altri prendano. La riduzione del dono a qualcosa che viene donato, all’oggetto in sé, rischia di oscurare la percezione di una dinamica più profonda, di cui il gesto di donare un regalo è espressione. E col concetto di dono cambia anche quello di prossimo. Al soggetto singolo del destinatario si sostituisce l’‘utente’. In questa condizione il donatore non offre un oggetto che rappresenta in qualche modo il rapporto tra lui e il destinatario. Il donatore offre qualcosa di non segnato da un rapporto affettivo unico. D’altra parte neanche conosce il destinatario: egli dona alla ‘società’.”
“Non sopporto gli attori, non sopporto nemmeno me stessa, perché siamo nevrotici e tristi.”
“È sbattendo la testa gli uni contro gli altri che ci si impara a conoscere.”
“Siamo noi che cerchiamo di fermare le cose che ci piacciono, renderle più permanenti e sicure possibile, sottrarle ai pericoli del tempo e delle trasformazioni e dei cambiamenti d’umore. Ed è anche bella l’idea che due persone possano vivere insieme sicure e fiduciose, senza i sospetti e i giochi di contrappeso e i ricatti e le lusinghe fasulle di un rapporto instabile. Però è un’idea, e quello che succede in realtà è che ci costruiamo intorno una prigione di certezze reciproche, e intanto le cose che volevamo salvare sono sgusciate fuori tra le sbarre.”
“Ci sono casi in cui la ragione o il torto sono quasi inequivocabilmente da una parte, ma sono rari. I motivi si confondono, i torti e le ragioni si incrociano di continuo.”
“La violenza esercitata su di noi da altri è spesso meno dolorosa di quella che ci infliggiamo da soli.”