“L'ego è identificarsi con un ruolo, con una funzione. C’è chi fa l’impiegato, chi fa il commissario, qualcun altro fa il giardiniere e qualcun altro ancora fa il governatore. Queste sono funzioni, sono cose che fai; non sono il tuo essere. ”
“Sii una splendida moglie, una madre meravigliosa, un marito impeccabile, un innamorato appassionato, ma non diventare niente di tutto questo: quando ti identifichi, è il momento in cui iniziano i guai.”
“Quando un bambino nasce, non ha ego. Non sa chi è: è una tabula rasa sulla quale noi iniziamo a scrivere. Gli diciamo che è un maschio o una femmina, un musulmano o un hindu, che è buono o cattivo, intelligente o stupido. Iniziamo a fornirgli idee su chi è; gli diciamo se è bello o brutto, obbediente o disobbediente, amato o non amato, importante o non importante – gli forniamo un flusso continuo di idee su se stesso.”
Qualche anno fa, d'estate, un'insegnante sedeva sulla spiaggia e si riposava dopo aver fatto una lunga passeggiata lungo un sentiero costiero della Cornovaglia. Mangiava un panino e guardava quel che accadeva sulla spiaggia.Due bambini, di circa sei anni, giocavano; si erano divertiti a correre per un po' e ora, stanchi, si erano seduti e parlavano tra loro.Forse si erano appena conosciuti, come accade facilmente tra bambini in vacanza; in ogni caso sembravano avere un mucchio di cose da dirsi. Uno dei due disse all'altro: “Cosa vuoi fare da grande? Io sarò neurochirurgo”.“Accidenti. Non lo so, non ci ho mai pensato. Non sono molto intelligente, sai”.Il vento della Cornovaglia portò via il resto della loro conversazione e l'insegnante rimase a chiedersi chi avesse indotto il secondobambino a costruire una visione di sé tanto limitata. Probabilmente proprio un insegnante! O un genitore. Se quel bambino non avesse cambiato subito quella convinzione e se qualcuno non l'avesse aiutato a cambiarla, quell'idea avrebbe influenzato tutta la sua vita, limitandolo e impedendogli di sviluppare le sue potenzialità.Le convinzioni non sono la realtà; sono costrutti attorno ai quali organizziamo i nostri comportamenti. Tutti ci comportiamo come se fossero veri e, per questo motivo, le nostre convinzioni diventano realtà, perché, positive o negative che siano, sono profezie che si autoavverano.
“Questa è la mia vita. Io sono come sono nel bene e nel male. Non posso farci niente.”
“Io non sono un criminaleamico, e non sono neanche un ladro. Io sono Tony Montana, un prigionieropolitico, di Cuba, e voglio che rispettiate i miei diritti umani, adesso. È quello che dice il presidente Jimmy Carter, no?”
“Di solito dico di non avere immaginazione.”
“Il segreto più difficile da mantenere è l'opinione che abbiamo di noi stessi.”
“Chi sono? Sono forse un poeta? No certo... Sono dunque... che cosa? Io metto una lente dinanzi al mio core, per farlo vedere alla gente. Chi sono? Il saltimbanco dell'anima mia.”
“Noi stiamo tutti scontando una condanna a vita nelle carceri del nostro io.”
“Ero la stessa, quando mi sono svegliata questa mattina? Mi sembra di ricordare che mi sentivo un po’ diversa. Ma se non sono la stessa si pone un’altra domanda: «Chi diavolo sono?”
“A fare del mondo un luogo misterioso è la presenza della seconda persona che ci portiamo dentro, con cui viviamo come un gemello.”
Non sto male e non sto nemmeno bene, la cosa inquietante è che "non sto". Però, so ritrovarmi: basta alzare lo sguardo e incrociarlo con quello riflesso sullo specchio perché una calma e una felicità mite s'impossessino di me.
“Non comprare mai nulla il cui prezzo sia il rispetto di te stesso.”
“Non giudicare la tua vitarispetto a ciò che sei oggi, giudicala pensando al posto che occuperai se ti metti a cercare veramente senza imbrogliare...”