“In rete tutto è rapido e corto. Con due conseguenze: la semplificazione e la radicalizzazione delle posizioni. Il linguaggio della politica nel tempo di Berlusconi è perfettamente entrato negli stereotipi comunicativi dei social. Spesso prevale l’insulto personale, la apodittica affermazione di certezze fondate su balle spaziali che la rete inghiotte senza batter ciglio.”