“- Leigh: E in questo concilio le varie sette discussero e votarono ogni cosa, dall'accettazione e il rifiuto di specifici vangeli e la data della Pasqua, all'amministrazione dei sacramenti, e, naturalmente, all'immortalità di Gesù!- Sophie: Non la seguo.- Leigh: Fino a quel momento della storiaGesù era visto da molti dei suoi seguaci come un sommo profeta, un uomo grande, potente, ma un uomo... Mi spiego? Un uomo, mortale!- Sophie: Non il figlio di Dio?- Leigh: Nemmeno un suo nipote di terzo grado.- Robert: Costantino non ha creato la divinità di Gesù, ha semplicemente sanzionato un'idea che era già largamente diffusa.- Leigh: Semantica!- Robert: Non è semantica, tu interpreti i fatti per supportare le tue conclusioni!- Leigh: Il fatto è che per molti cristianiGesù era mortale un giorno e divino il giorno dopo!- Robert: Per alcuni cristiani la sua divinità fu esaltata!- Leigh: Ci fu persino un annuncio formale della sua promozione!- Sophie: Un momento, scusate! Chi è Dio, chi è uomo?Quanta gente è stata ammazzata per questa domanda?”
La moralecristiana è risposta, è la risposta commossa di fronte a una misericordia sorprendente, imprevedibile, addirittura "ingiusta" secondo i criteri umani, di Uno che mi conosce, conosce i miei tradimenti e mi vuole bene lo stesso, mi stima, mi abbraccia, mi chiama di nuovo, spera in me, attende da me. La moralecristiana non è non cadere mai, ma alzarsi sempre, grazie alla Sua mano che ci prende.
“E' motivo di grande gioia sentire che in ogni età della vita, in ogni situazione, in ogni condizione sociale, siamo e rimaniamo figli. Questo è il principale messaggio che i bambini ci danno, con la loro stessa presenza: soltanto con la presenza ci ricordano che tutti noi ed ognuno di noi siamo figli.”
“Il mondo propone di imporsi a tutti costi, di competere, di farsi valere… Ma i cristiani, per la grazia di Cristomorto e risorto, sono i germogli di un’altra umanità, nella quale cerchiamo di vivere al servizio gli uni degli altri, di non essere arroganti ma disponibili e rispettosi.”
“Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienzacristiana.”
“La comunità cristiana chiama le famiglie con il nome di chiese domestiche, perché è nel calore della casa che la fede permea ogni angolo, illumina ogni spazio, costruisce la comunità. Perché è in momenti come questi che le persone hanno cominciato a scoprire l’amore concreto e operante di Dio.”