“Mi dà gioiafare da me quel che potrei comprare da altri. Mi fa stare bene sapere di avere pochi bisogni, di non dover soddisfare troppo le mie esigenze primarie. Mi considero un secondario, uno che vive di software e non di hardware, cioè di significati, di relazioni, di comunicazione, e non uno che se non ha l’i-phone sbrocca, o se non cena in un ristorante alla moda si sente uno da nulla. Anzi, io sono convinto di cucinare meglio dei cuochi di molti ristoranti dove ho mangiato, non fosse altro perché non ne esiste uno che conosca i miei gusti meglio di me.”
“Il pensiero è la causa: come può risultare libero l’effetto di una causa che non è affatto libera?”