L’islam, come l’ortodossia, non ha mai conosciuto né la Riforma né l’Illuminismo. Ogni volta che nell’islam compariva una corrente modernizzatrice, i suoi fautori venivano sconfessati ed emarginati dall’umma. Per un musulmano l’esclusione rappresenta il castigo più grave. Non per niente c’è un proverbio che dice: Non basta un musulmano a fare un musulmano... Si tratta di un sentimento derivante soprattutto da un’esperienza di vita in condizioni desertiche, dove il singolo individuo non contava niente. Un europeo non riuscirà mai a capirlo. Nella civiltà occidentale si pone l’accento sull’individualismo: è l’individuo libero quello più in grado di diventare pienamente creativo, indipendente, “se stesso”. Nella tradizione islamica è tutto il contrario: per un musulmano essere solo significa perire. L’uomo abbandonato a se stesso non può funzionare, non solo in sensoreligioso, ma anche biologico. Stare nell’umma significa stare dentro a ciò che crea l’uomo.
“Allah: l’ente supremo dei maomettani, da non confondersi con quello dei cristiani, degli ebrei, ecc.”
“Nella società multietnica, con gli islamici si deve convivere. Ciò premesso, occorre fare dei distinguo; le invadenze, da parte loro, sono inaccettabili.”
“Il terrorismo di qualsiasi matrice va combattuto, ma non è giusto prendere l'Islam come nemico comune: il terrorismo non ha religione.”
“Tutte le religioni hanno lo stesso scopo: andare in paradiso. Tutti hanno il loro modo per andarci. Se sei cattolico e vuoi andare in paradiso, non devi fare del sesso, a meno che tu non sia sposato. Se sei musulmano e vuoi andare in paradiso, allora non devi mangiare carne di maiale: e allora, se proprio devi fare una scelta...”
“L'Islam, come ogni altra civiltà, ambisce a dirigere ogni dimensione della vita e in più, a differenza di altre civiltà, promette ai suoi fedeli la superiorità in ogni sfera.”