“Le ossessioni principali di quegli anni e di quelle famiglie erano: risparmiare le scarpe, risparmiare i vestiti e risparmiare la luce. Se poi si riusciva a risparmiare anche sul mangiare, era l'ideale.”
“Abba Serapione, immobilizzato nella sua cella, diede un giorno una monetina a un fanciullo che era venuto a trovarlo.- Dalla in elemosina – gli disse – al primo poverovecchio che incontri.Alcune ore dopo, il ragazzino ritornò:- Ho fatto. Ho dato la monetina a un vecchio.- Era davvero povero?- Si, era costretto a vendere datteri e dolciumi.”
“Un monaco molto povero va in città da un ciabattino, dicendogli:Un mese fa mi hai chiesto due denari per mettere nuove suole ai miei calzari. Oggi ti chiedo: quanto vuoi per mettere nuovi calzari alle mie suole?”
“Abba Isaia visse in una tale povertà che alla sua morte un fratellochiese:- Di che è morto?Al che un anziano rispose:- Non lo so. E non so neppure di che cosa è vissuto.”
“Che beneficio dà l'aver diritto di sedere a un posto di ristoro se non puoi permetterti di comprare un hamburger?”
“La maledizione della povertà non ha giustificazione nella nostra epoca... È venuto per noi il momento di civilizzarci tramite un'abolizione totale, diretta ed immediata della povertà.”