“[Oggi è bollato come radicale ed estremista chi sostiene] la prospettiva di una società sobria, che ponga fine al consumismo smisurato, alla bulimia distruttiva di territorio e risorse, all'affanno della crescita infinita, alla mortificazione dell'umanaoperosità ridotta a merce, alla competizione senza quartiere, alla dissipazione nel lavoro e nel consumo del nostro tempo di vita.”