“I racconti devono esserecommedie grottesche e un po’ caciarone.”
“Inventa una storiella credibile, e fingerò di crederci.”
“Se avete già ascoltato questa storia, non fermatemi, perché mi piace sentirla di nuovo.”
“Credo che ciascuno di noi abbia il diritto fondamentale di raccontare la sua propria storia.”
“Nulla può venire disprezzato. Perché, vedi, non sappiamo dove stanno i fili. I collegamenti. Il modo in cui è fatto il mondo. Non abbiamo modo di sapere quali sono le cose di cui si può fare a meno. Ciò che può venire omesso. Non abbiamo modo di sapere che cosa può stare in piedi e che cosa può cadere. E quei fili che ci sono ignoti fanno naturalmente parte anch'essi della storia e la storia non ha dimora né luogo d’essere se non nel racconto, è lì che vive e dimora e quindi non possiamo mai aver finito di raccontare. Non c’è mai fine al raccontare.”
“Non occorreva una morale. Le era sufficientemostrarementidiverse al lavoro, menti non meno vive della sua e in lotta con la presenza di altri cervelli. Soltanto una storia permetteva di entrare in più di una testa e dimostrare come ciascuna avesse egualevalore. Ecco l’unicamorale di cui un racconto aveva bisogno.”