“Era chiaro che la visita a quella casa del dolore aveva lasciato in lui una traccia profonda. Rjuchin cercava di comprendere che cosa lo affliggesse. Il corridoio con le lampade azzurre gli si era fissato nella memoria? Il pensiero che sulla terra non c'è sciagura peggiore della perdita della ragione? Sì, sì, naturalmente, anche questo. Ma questo era in qualche modo un pensiero generico. E invece c'era qualcosa d'altro. Che cos'era? L'offesa, ecco cos'era. Sì, sì, le parole offensive lanciategli da Bezdomnyj direttamente sul viso. E il dolore non era nel fatto che erano offensive ma che contenessero una parte di verità.”
“Il richiamo della felicità e la paura del dolore sono qualità fondamentali possedute da tutte le cose viventi e sono le due forze che, attraverso innumerevoli millenni, hanno preservato ciò che solitamente chiamiamo vita dall’annientamento per opera delle sempre invasive forze esterne della distruzione.”
“Cerchiamo continuamente l'ebbrezza. Non vogliamo soffrire. Bene, voi sapete che c'è molto da imparare dalla sofferenza. Certo, io preferirei imparare e insegnare nella gioia; ma negare che nella sofferenza vi sia un certo valore è un errore enorme.”
“Cosa resta di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire da giovani? Niente, neppure una reminiscenza. Il peggio, una volta sperimentato, si riduce col tempo a un risolino di stupore, stupore di essercela presa per così poco.”
“La sofferenza del popolo siciliano ha aiutato Renato Guttuso a diventare un grande pittore.”
“Il poeta sente la sofferenza degli altri dentro di sé, guarda sempre lontano. Ha le braccia quanto il mondo per abbracciare tutti gli uomini che soffrono. Il poeta è nato per aiutare gli uomini a crescere e ad andare avanti.”