“Ben vana e frivola cosa è la virtù, se trova la sua ragion d'essere nella gloria.”
“La verità assoluta non esiste; ogni ragione evoca una ragione opposta, tutto è vanità, l’uomo non è in grado neppure di capire se stesso.”
“La superbia è una grande stima di se stessi che procede dal proprio interno, ed è quindi diretta, mentre la vanità è un’aspirazione a ottenerla dal di fuori, cioè indirettamente. In conformità con ciò, la vanità rende loquaci, e la superbia rende taciturni.”
“All’innata vanità si accompagna una loquacità e una slealtà connaturata.”
“Quell’attribuire valore di bene in sé a qualcosa che non risiede, immediatamente, in noi stessi, è quella stoltezza che fu chiamatavanità, vanitas, a significare il vuoto, la vacuità di un tale atteggiamento.”
Anche quando se ne abbiano i migliori diritti, non ci si lasci indurre alla lode di sé. La vanità infatti è tanto comune, e il merito per contro tanto fuori del normale, che ogni volta che noi sembriamo lodare noi stessi, anche solo indirettamente, ognuno scommetterà a cento contro uno, che quanto parla in noi è la vanità, cui manca l'intelligenza di scorgere il ridicolo della cosa. Con tutto ciò, forse non ha del tutto torto Bacone di Verulamio a dire, che il "semper aliquid haeret" vale tanto per la calunnia quanto per la lode di sé, e a raccomandare quindi quest'ultima in dosi moderate.