“Da un momento ad un altro, lei che non era nulla, era diventata tutto per me.”
“Rivoglio solo la mia migliore amica, perché sono innamorato di lei.”
“C'è un tempo per innamorarsi, c'è un tempo per fare l'amore e c'è un tempo per farla finita.”
“Tu comprendi – disse – che questo non è un innamoramento. Sono stato innamorato ma non è questo. Questo non è un sentimento mio, ma è una forza esterna che si è impossessata di me.”
Tutto prendeva luce da lei: era lei il sorriso che illuminava tutto, d’ogni intorno. “Ma potrò davvero scendere là sul ghiaccio, accostarmi?” pensò. Il luogo dove lei era gli sembrò un impenetrabile luogo sacro, e per un attimo fu sul punto di andarsene, tanta agitazione lo aveva preso. Dovette fare uno sforzo su se stesso e considerare che accanto a lei camminava gente di ogni specie e che anche lui poteva andare là a pattinare. Scese, evitando di guardarla a lungo, come si fa col sole, ma vedeva lei, come si vede il sole, anche senza guardare.
Quelli che comprendono solo l’amore non platonico parlano a vuoto di dramma. In un amore simile non può esservi dramma. "Vi ringrazio umilmente per il piacere, i miei rispetti" ed ecco tutto il dramma. E per l’amore platonico neppure può esservi dramma perché in un amore simile tutto è chiaro, puro.