“Il linguaggio è la più amichevole delle cose dalle quali non possiamo fuggire.”
“Mentre le società diventano decadenti, il linguaggio decade anch'esso. Le parole sono usate per mascherare, non per illuminare, l'azione: si libera una città distruggendola. Le parole servono a confondere, cosicché in periodo di elezioni la gente voti solennemente contro i loro stessi interessi.”
“Il vocabolario è un museo di cadaveri imbalsamati, il linguaggio è l'intuizione vitale che a questi cadaveri dà nuova forma, nuova vita in quanto crea nuovi rapporti, nuovi periodi nei quali le singole parole riacquistano un significato proprio e attuale.”
“Se metti due computer vicini, costruiti ad una settimana l'uno dall'altro comunicano, alla velocità della luce, ma uno in aramaico e l'altro in sardo antico. Non ci capiamo più, lo capite?”
“Gli scrittori oggi devono navigare le instabili correnti verbali dell'era post-Gutenberg. Quand'è che finisce il gergo e inizia un nuovo dialetto? Dov'è la linea tra il neologismo e l'iperbole? Qual è il linguaggio del villaggio globale? Come possiamo tenere il passo con la tecnologia senza impantanarci nei tecnicismi? È possibile scrivere di macchine senza perdere il senso dell'umanità e della poesia?”
“Se la lingua fosse un prodotto dello spiritologico, e non del poetico, ne avremmo una sola.”