“Tu che ami la vita, il bene, la libertà, la giustizia, tu che speri in un mondo migliore senza più violenza, senza più dolore, come puoi nutrirti di animali e non inorridire nell’affondare i tuoi denti in quelle carni pregne di dolore? Come puoi considerare legittimo mangiare la gamba, il fegato o il cervello di una creatura simile a te che non chiede nulla se non di avere il suo umile pasto e la sua libertà? Come puoi accettare di buon grado l’idea che una creatura mite e possente come un cavallo, un bue, un vitello venga crudelmente allevato al solo scopo di essere ucciso, per te?”
“Mangiare è l'atto più politico, militante e civile che possiamo compiere ed è il primo passo per riconquistare il sensocritico affinché il nostro ruolo di consumatore si trasformi attivamente in consum-attore.”
Mangiare carne è un atto considerato “giusto” e “normale” solo perché socialmente condiviso. Tutto qui. Non c’è niente di intelligente, di normale, di morale e di nutriente nell'uccidere cinquanta miliardi di animali l’anno.
“A un pranzo di gala uno dovrebbe mangiare con saggezza ma non troppo bene, e parlare bene ma non troppo saggiamente.”
“Dopo una pancia piena, tutto è poesia.”
“Noi mangiamo e mangiamo bene ma non in pubblico, qui a scuola almeno... Non vogliamo che ci giudichino per quello che mangiamo. Avrebbero un'arma in mano e le uniche che hanno armi siamo noi.”