Si dice che il nostro sistema scolastico non abitui gli studenti a seguire una dimostrazione formale. Ma io sono pienamente sicuro che i lettori sapranno superare lo scoglio di questo capitolo, proprio come fece mia madre anni fa. Da giovane non aveva finito le scuole superiori e in età ormai avanzata volle colmare le sue lacune iscrivendosi a un corso serale di fisica presso un community college. Se la cavò benissimo, prendendo il massimo dei voti ai test. Un giorno il suo insegnante la convocò e le disse: «Ho letto un articolo sul “New York Times” a proposito del fatto che un certo Leon Lederman ha vinto il Nobel per la fisica. Per caso è suo parente?» «È mio figlio» rispose lei con orgoglio. «Ah, ecco perché è così brava in fisica». «No, ecco perché lui è così bravo».
“Le idee cazzute sono un must se vuoi regnare in questa scuola! ”
“Una scuola domenicale è una prigione nella quale i bambini fanno penitenza per la cattiva coscienza dei loro genitori.”
“I miei giorni di scuola sono stati i più felici della mia vita; il che dovrebbe darvi una qualche idea dell'infelicità in cui sono vissuto negli ultimi venticinque anni.”
“Il minimo dell'apprendimento ha luogo nelle aule scolastiche.”
“Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. É un ospedale che cura i sani e respinge i malati.”