“- Sto pensando a un numero dall'uno al tre, chi lo indovina diventa re del carro!- Uno!- No!- Tre!- No!- Mi arrendo, che numero era?- ... Due!”
“Togli da tutte le cose il loro numero e tutto andrà a perire.”
“I nostri nomi diventarono numeri. E con il tempo capimmo perché. I numeri non avevano volto. Erano molto più facili da affrontare.”
“Le cifre tonde sono sempre false.”
Nel sistema di numerazione romana C corrispondeva a 100, D a 500, M a 1000. Col crescere dei debiti e dei crediti fu introdotta una cornice aperta verso il basso che tracciata intorno a un numero ne moltiplicava il valore per 100.000. Livia lasciò |D|, quindi 50.000.000, di sesterzi a Galba ma suo figlio, l'imperatore Tiberio, erede dei rimanenti beni della madre, sostenne che |D| andava letto D, cioè 500, "Quia notata non perscripta erat summa", perché la somma non era scritta in lettere. Galba ricevette quindi 500 sesterzi. Capito perché negli assegni e nei vaglia dovete scrivere il numero in cifre e in lettere?
“Nel maggio del 1998 i rappresentanti del consiglio della contea di Centre in Pennsylvania abolirono una tassa sulle proprietà valutandole tutte zero. Questo fatto provocò una carenza di entrate nei consigli di amministrazione delle scuole locali, le quali citarono in giudizio la contea sostenendo, tramite il loro legale che lo zero non era un valore. La prova che l'avvocato addusse consistette nel far dividere per zero a un ex assessore della contea, utilizzando una calcolatrice tascabile. Ciò che comparve fu solo la ‘E’ di ‘errore’.”