“Uno dei rischi di scrivere delle massime è che ci si mette nella condizione di essere citati.”
“Scrivo in modo che si possa sempre vedere l'interno delle cose da apprendere, così da far apparire anche la fonte di un'invenzione, e in una maniera in cui chi deve imparare possa comprendere qualsiasi cosa come se l'avesse inventato lui stesso.”
“Usare gli avverbi è un peccato mortale.”
“Li abbreviatori delle opere fanno ingiuria alla cognizione e allo amore, con ciò sia che l'amore di qualunche cosa è figliol d'essa cognizione, e l'amore è tanto più fervente quanto la cognizione è più certa; la qual certezza nasce dalla cognizione integrale di tutte quelle parti, le quali, essendo insieme unite, compongano il tutto di quelle cose che debbono essere amate.”
“Volendo pur dare qualche alleggiamento al mio cuore, e non sapendo né volendo farlo altrimenti che collo scrivere, né potendo oggi scrivere altro, tentato il verso, e trovatolo restio, ho scritto queste righe, anche ad oggetto di speculare minutamente le viscere dell'amore, e di poter sempre riandare appuntino la prima vera entrata nel mio cuore di questa sovrana passione.”
“Non è dubbio che l'operare è tanto più degno e più nobile del meditare e dello scrivere, quanto è più nobile il fine che il mezzo, e quanto le cose e i soggetti importano più che le parole e i ragionamenti.”