“Si chiamava Igar ed io la sedussi coi canti che levavo al crepuscolo, perché era destinata a divenire la progenitrice di una stirpe di uomini, perché era robusta e aveva un grosso seno e non poteva che sentirsi attratta da quell’uomo dall’ampio torace, muscoloso, che cantava la sua bravura nell’uccidereuomini e nel procacciarsi la carne e le prometteva di procurarle il cibo e di proteggerla nei momenti in cui sarebbe stata più debole, quando avrebbe dato vita al seme di altri uomini, che sarebbero vissuti ed avrebbero cacciato dopo di lei.”