“Avevo trentasette anni, ed ero seduto a bordo di un Boeing 747. Il gigantesco velivolo aveva cominciato la discesa attraverso densi strati di nubi piovose, e dopo poco sarebbe atterrato all’aeroporto di Amburgo. La fredda pioggia di novembre tingeva di scuro la terra trasformando tutta la scena, con i meccanici negli impermeabili, le bandiere issate sugli anonimi edifici dell’aeroporto e l’insegna pubblicitaria della Bmw, in un tetro paesaggio di scuola fiamminga. È proprio vero: sono di nuovo in Germania, pensai.”
“La mappa non è il territorio.Il menù non è il pranzo.Lo spartito non è la musica.”
“Fa scorrere il dito sul mappamondo di legno e pensa ai molti confini che non ha ancora attraversato.”
“Alle volte, per andare in un posto, si devono seguire zig-zag e serpentine e ci si deve prendere tutto il tempo che occorre. Più di quanto non sembri necessario. E, pure se i chilometri da percorrere sono pochi, se davvero si vuole arrivare fino alla meta, si deve essere pronti alla pazienza.”
“Capita di dover scendere dal convoglio, quando ancora la meta è lontana. E se il viaggio è una narrazione, quella fermata obbligata, quella pausa improvvisa, è come se mettesse fine a un racconto a cui si presta attenzione. Accade però altre volte che, proprio quella interruzione, proprio quel viaggio abortito, dia luogo a un altro percorso e a un’altra narrazione.”
“Non si sa mai bene con precisione cosa si cerca quando si parte per un viaggio. A ogni imbarco però, anche solo per andare da una sponda all'altra di un'isola, quando ci si comincia a muovere, si è sempre presi dallo spaesamento di chi non ha più la terra sotto i piedi e il disorientamento di chi non è ancora nel regno delle acque. In quello stesso istante, ai più fortunati, qualche volta succede di riuscire a percepire quello che hanno provato i navigatori di un tempo, quando prendere la via del mare era un'impresa da visionari, e la terra, che stava al di là dell'orizzonte d'acqua, rappresentava la meta più ambita a cui non si poteva resistere.”