“Chiudere ogni tanto le porte e le finestre della coscienza, non farsi molestare dal fracasso e dalla lotta con cui il mondoocculto degli organi al nostro servizio manifesta la sua collaborazione e opposizione; un po’ di tranquillità, un po’ di tabula rasa della coscienza, per fare ancora spazio a qualcosa di nuovo, soprattutto a funzioni e funzionari più nobili, per governare, prevedere, ordinare (dato che il nostro organismo ha una struttura oligarchica) – questo è il vantaggio – come si è detto – di una dimenticanza attiva, simile a un guardaportone, un custode dell’ordine spirituale, della tranquillità, dell’etichetta: per cui si dovrà immediatamente stabilire in quale misura nessuna felicità, nessuna serenità, nessuna speranza, nessun orgoglio, nessun presente sia possibile senza smemoratezza.”
“Nel mezzo del movimento e del caos, mantieni la fermezza dentro di te.”
“L’Europa ha bisogno di svegliarsi. È mezza addormentata.”
“Non credo che la necessità sia la madre delle invenzioni - le invenzioni, a mio parere, nascono direttamente dall’inattività, probabilmente anche dall’ozio, forse addirittura da una certa pigrizia. Per risparmiarci fastidi.”
“A volte fare del proprio meglio non è abbastanza; dobbiamo fare ciò che è necessario.”
“Non è l'istinto di conservazione che ci fa durare, è unicamente l'impossibilità in cui ci troviamo di vedere l'avvenire. Di vederlo? D'immaginarlo soltanto.”