“Un episodio riassume nella mia memoria questi aspetti della personalità del finanziere e mecenate Vittorio Cini e la delusione che io finii per provarne. Nel 1963 avevo conosciuto il miliardarioamericano J. Paul Getty, dal quale mi recavo quasi ogni mese. Questa relazione incuriosiva, o affascinava, Cini. Si persuase, non so su quali basi, che ne ricavavo enormi somme di denaro e soprattutto credeva che Getty mi avesse concesso una percentuale sui suoi affari di petrolio. Era un'idea del tutto falsa, assolutamente irreale, eppure Cini voleva crederci. Un giorno, verso la fine degli anni '60, mi prese in disparte e tentò di affrontare la questione. Cini e io ci davamo del lei, come usa tra personeeducate e di condizioni sociali molto distanti. ‘Lei è dunque divenuto ricchissimo?’ finì col domandarmi, lasciandomi interdetto. Non volevo deluderlo, anche perché ero curioso di vedere dove sarebbe arrivato: gli risposi di sì. Cominciò un elenco di cifre: un milione, dieci milioni, venti milioni di dollari? Rimasi indifferente: ‘Oh, no, molto di più. Del resto lo sa lei stesso, con una fortuna importante è difficile fissare i limiti.’ Al che Cini concluse: ‘Ma allora lei appartiene alla nostra élite! Ora possiamo darci del tu.’ Come un tipico rappresentante della borghesia italiana non poteva sfuggire a questo spirito di gruppo fondato sui rapporti di forza e di servilismo dove nulla conta, se non il luccichio del potere.”

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Federico Zeri
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Nato 12 agosto 1921 a Roma
Morto 5 ottobre 1998 a Mentana, RM

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“La prima esecuzione dell'Inno alla Gioia di Ludwig van Beethoven ebbe luogo a Vienna al 'Kärntnertor Theater' il 7 Maggio 1824, il coro interviene nel quarto tempo della sinfonia, quando la sonorità ha raggiunto il massimo. Il quartetto di flauti è impegnato nel proporre il tema e la sua controfigura, che lo segue a distanza di terza o sesta inferiore. Il resto dell'orchestra sostiene con accordi secchi ed energici, con ritmo marziale formato da semiminima e pausa di croma seguita da croma. L'orchestra era teoricamente diretta da Beethoven stesso, ma in realtà il vero direttore era il maestro di cappella Michael Umlauf. L'esecuzione fu perfetta e l'emozione che suscitò sul pubblico enorme. Beethoven, dopo l'ultima nota della prima esecuzione della Nona Sinfonia, rimase per parecchi secondi assorto nella sua sordità, seduto vicino al direttore con le spalle rivolte al pubblico che applaudiva furiosamente. La cantante Caroline Unger, che appena ventenne aveva preso parte come solista all'esecuzione, ruppe il protocollo per costringerlo a voltarsi affinché vedesse l'esultanza della folla e capisse quale grande successo aveva riscosso, lasciò il suo posto e si avvicinò a Beethoven, ancora chino sul leggio e rivolto verso gli orchestrali, gli toccò il braccio mentre egli le diede un'occhiata severa, ma Caroline insistette e lo voltò verso la folla che acclamava entusiasta sventolando un mare di fazzoletti bianchi. In una 'standing ovation', prima una persona, poi tutto il pubblico si alzarono. Chi gli era vicino racconta che una singola, piccola lacrima di gioia luccicò sulla gota del compositore.”

~ Cit. Beethoven

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