“Se uno scrittore riesce a far vivere della gente, può darsi che non ci siano nel suo librograndi personaggi, ma è possibile che il suo libro rimanga come un insieme; come un’entità; come un romanzo.”
Credo a un dono di veggenza dei romanzieri… e la parola “dono” non è il termine giusto, dal momento che suggerisce una sorta di superiorità. No, si tratta semplicemente di qualcosa che fa parte del mestiere: gli sforzi d’immaginazione, necessari a questo mestiere, il bisogno di fissare la mente su piccoli particolari – e questo in modo ossessivo – per non perdere il filo e non lasciarsi andare alla pigrizia.
“Uno scrittore deve sempre avere il suo manoscritto in tasca, non si sa mai cosa può succedere.”
Pubblicare molti libri è il miglior modo per essere devastato dai sensi di colpa nei confronti degli altri che non siano quello “preferito” (che ora è questo, ora quello).
“Qualsiasi narratore di professione sa che si scrive soprattutto dentro la testa. E' un ronzio creativo che ti accompagna.”
“Scrivere romanzi è quanto di più simile all'innamoramento si possa concepire con il notevole vantaggio che per scrivere non hai bisogno della collaborazione di un'altra persona.”