“Era l'effetto della televisione. Era come se le parole, i gesti assumessero una nuova consistenza. Un tempo la tv si limitava a riproporre la realtà, adesso era l'artefice del processo inverso. La rendeva tangibile, consistente. La creava.”
“Particolarmente monotoni e pieni di rimpianto erano i pomeriggi. Vero è che continuava a guardare la televisione, senza più sorprendersi come una volta delle cose che arrivava a fare la gente, anzi, provando persino un pizzico di invidia. Si abituò talmente al lessico televisivo che di tanto in tanto le sfuggiva un modo di dire rivelatore.”
- D.: Lorena, in Italia ci vuole coraggio per chiamare in tv la vagina "vagina" e il pene "pene". Lei non usa eufemismi: è questo il segreto del suo successo?- R.: Ho sempre creduto che si debba parlare di sessualità in una forma semplice e rispettosa. Essere diretti è un modo di abbattere i tabù. Non so perché in Italia non ci siano programmi di educazionesessuale: in Spagna li ho fatti per anni.
“La maggior parte delle cose che provi a fare in televisione fallisce.”
“Il cliente, il pubblico, è un bambino di undici anni, neppure tanto intelligente.”
“L'informazione televisiva è completamente appaltata ai partiti. Per garantire il pluralismo bisogna dare spazio alle televisioni commerciali.”