“I gusti del pubblico sono una spirale ascendente.”
“Quelli di voi seduti nei posti più economici vorrebbero battere le mani? E il resto degli altri possono far tintinnare la gioielleria.”
“La speranza che un buon film trovi il suo pubblico non muore mai.”
“Non è difficile far piangere il pubblico, ma lo è indurlo a piangere per empatia.”
“La gente continua a credere che io sia un commediante, eppure non lo sono.”
Io canto sempre guardando le facce delle prime file, sempre. Non sono di quelli che cantano fissando un punto nel vuoto: ho bisogno di quel tipo di scambio. E quindi vedo come ognuno di loro canta le parole delle mie canzoni, con che tipo di partecipazione. Poi mi sembra di leggerne l’interpretazione. Facce che si aprono. Facce che lasciano venire su. È una specie di processo catartico a cui non resisto. Sempre più facilmente, poi, quando vedo la lacrima silente, è difficile per me trattenere l’emozione. E mi si rompe un po’ la voce, spesso e volentieri. Mi sa che è qualcosa di irreversibile: sono sempre peggio da questo punto di vista. Insomma, un “rockertuttodunpezzo” direbbe che sto diventando sempre di più una mezza sega.