“Il cinema, a furia di rendere tutto patetico e sentimentale, rende cinici. Non dà all'uomo che atteggiamenti.”
“La possibilità che il cinema americano ha di sganciare le storie dalla realtà offre una serie di possibilità infinite che noi, in Italia, non abbiamo. La loro libertà nel campo della fantasia è, forse, più notevole della nostra: il nostro fantasy è Pinocchio. In America si possono scrivere dei film che da noi non faremmo per paura che qualcuno non te li lasci fare.”
“Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio.”
“Non voglio dimostrare niente, voglio mostrare.”
“Il business del cinema è macabro, grottesco: un miscuglio tra una partita di calcio e un bordello.”
Questo è un Paese di talenti e non di squadre. A livello individuale sparigliamo e sbaragliamo, ma è nel discorso organizzativo che manchiamo. Non sappiamo ottimizzare niente, sviluppare il valore delle cose. Se lo si guarda nella prospettiva degli eventi “La grande bellezza” non l’hanno amplificato, l’hanno detonato. Ed era un evento unico: erano 15 anni che non vincevamo un Oscar, questo è demoralizzante. Di non essere stata lì, di non aver fatto il red carpet mi dispiace, e molto. Lo dico non soltanto per me ma anche perché l’immagine che si ricorda nel tempo della “Notte degli Oscar” è quella delle foto delle attrici che solcano il tappeto rosso in abiti favolosi. Come si dice: “È la materia di cui sono fatti i sogni”. Senza è come se mancasse qualcosa” E poi, per quanto possa essereottimista, dubito che la cosa possa verificarsi nuovamente per me e, soprattutto, a breve. A me non è mai riuscita l’incoronazione: sono stata capace di lavorare tanto, di fare tanto, ma alla fine la cerimonia mi è sempre sfuggita. Se mi sono ritrovata “regina” è perché qualcuno me l’ha riferito mentre stavo a casa, in camerino, al bar o persino alla toilette. Ma mai nessuno per via ufficiale.