“Scrivere non è vivere. È forse sopravvivere a se stessi.”
“Io amo essere uno scrittore. Ciò che non sopporto è il lavoro cartaceo.”
“Nei miei romanzi, rispetto sempre regole molto rigide; anche se mi piace far passare i cattivi per buoni e viceversa, e far balenare la possibilità di un disastro, alla fine i buoni sono buoni e i cattivi sono cattivi, e il bene più o meno trionfa.”
“Se non ci fossero i libri, i giornali e le firme in fondo agli articoli, io tacerei e non scriverei una parola. Se la scrittura fosse sconosciuta, io non andrei di paese in paese a cantare, come certi antichi poeti. Sento che potrei tacere benissimo. Solo qualche gesto, ogni tanto, per rimproverare coloro che incontro.”
“Voglio elevarmi al di sopra della parola scritta e fare qualcosa, ferire qualcuno. Il desiderio di ferire qualcuno è dentro di me e io non l’ho sempre saputo.”
“L’autocrazia fallisce, il controllo totale uccide lo spirito, i miei personaggi negano i miei sforzi di possederli completamente, ho bisogno, dentro di me, di una voce dissenziente, che metta in discussione tutto.”