“Il sopravvissuto abita il tempo negato a un altro essereumano. Dopo, custodisce in segreto domande impronunciabili. Perché sono vivo? Perché lui, lei, loro, e non io? Perché io? Occupiamo come abusivi uno spazio pieno di assenza. L’orologio col vetro rotto si ferma, mentre altre lancette continuano a segnare il tempo. Tu vivi ancora – lui, lei, loro no. Dopo, nel fondo piú oscuro, infiniti sensi di colpa. Colpa di esistere. È accaduto a te.”
“Mio padre era un ateo e descriveva sempre sé stesso come un Serbo. Ok, possiamo essere stati Musulmani per 250 anni, ma eravamo ortodossi prima di quello e nel profondo siamo sempre stati Serbi, la religione non può cambiare questo fatto. Siamo diventati Musulmani solo per sopravvivere ai Turchi.”
“Legge implacabile della natura: o divorare, o essere divorati. Popoli e individui, o vittime o carnefici.”
“L’istinto di autoconservazione è a volte la molla del suicidio.”
“Spessissimo noi, come un malato, un convalescente, che si cura, un povero che si procaccia il vitto con gran fatica, usando una infinita pazienza per solo conservarci la vita, non facciamo altro che patire infinitamente per conservarci, per non perdere, la facoltà di patire, ed esercitar la pazienza per preservarci il potere di esercitarla, per continuarla ad esercitare.”
“Di fronte al bisogno e al disagio fisico assillanti, molte consuetudini e molti istinti sociali sono ridotti al silenzio.”