“Frequentare solo persone che non conoscevo per niente mi aveva dato tranquillità, e cominciavo già a provare nostalgia per i giorni trascorsi lì. Lì non ero nessuno, e non ero nemmeno pagata per il mio lavoro, ma mi sentivo protetta da Nishiyama e, se stavo male, potevo sempre salire al primo piano e mettermi a dormire. Per quanto potessi sprofondare nei miei pensieri, non ero interrotta da nessuno, se usavo un trucco un po’ pesante non c’era chi notasse la differenza, e se avevo gli occhi gonfi dopo aver pianto, nessuno faceva commenti. Se di giorno andavo un po’ in giro per la città, potevo subito trasformarmi in una turista. Poiché lì ero sola, se leggevo un libro, i caratteri mi colpivano in modo stranamente profondo, e grazie al fatto che la mia sensibilità era stata resa più acuta dalla tristezza, percepivo i cambiamenti della stagione in modo così vivido che avrei potuto toccarli.”
“Pur fra le risa il cuore può esser triste e la gioia può mutarsi in dolore.”
“Non so se ce la faccio a sopportare. Non so che hanno tutti, non ne me ne va bene mai una. Sono così triste, sono troppo fottuto, troppo fottuto.”
“Se sei triste quando sei da solo, probabilmente sei in cattiva compagnia.”
“La vitaumana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia.”
“Ti stupisci come di un fatto inaudito, perché, pur avendo viaggiato a lungo e in tanti posti diversi, non ti sei scrollato di dosso la tua tristezza e il tuo malessere spirituale? Devi cambiare animo, non cielo.”