“- Ehi, amico... Serve un taxi?- Che ha che non va quello?- Lui non ha cinque figli da sfamare!”
“Trascorro il resto della notte sul mio materasso, ossessivamente impegnata a fare nodi, a sollevarli davanti a Ranuncolo perché li passi in rivista. Se un nodo ha un’aria sospetta, lui lo fa cadere con una zampata e lo morde più volte, per essere sicuro che sia morto.”
“I veri poveri, in questo mondo, meritevoli di assistenza e di compassione, non sono altro che quelli che, per ragione d'età o di malattia, si trovano condannati a non potersi più guadagnare il pane col lavoro delle proprie mani. Tutti gli altri hanno l'obbligo di lavorare: e se non lavorano e patiscono fame, tanto peggio per loro.”
“L'uomo, per tua regola, nasca ricco o povero, è obbligato in questo mondo a far qualcosa, a occuparsi, a lavorare. Guai a lasciarsi prendere dall'ozio! L'ozio è una bruttissima malattia, e bisogna guarirla subito, fin da ragazzi: se no, quando siamo grandi, non si guarisce più.”
“Non ricordo di essermi stancato di lavorare, mentre l'ozio mi esaurisce completamente.”
“Come faccio a far capire a mia moglie che anche quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?”