La celebre biblioteca di Alessandria d’Egitto, che era la più ricca e la più celebre dell’antichità fu devastata dai soldati di Cesare e tre secoli dopo dai seguaci del patriarca cristiano della città scatenati alla ricerca di testi “pagani” da epurare. Infine nel 642 fu definitivamente rasa al suolo e incendiata dai soldati musulmani, guidati dal generale arabo Amir che, appena conquistata la città, non sapendo cosa fare della biblioteca chiese consiglio al califfo Omar, discendente diretto di Maometto e massima autorità dell'Islam: e questi rispose che i suoi settecentomila volumi dovevano in ogni caso essere tutti bruciati, perché se contenevano cose conformi al Corano erano inutili mentre se contenevano cose difformi dal Corano erano eretici. Ci furono così sottratti 400 mila volumi in cui era concentrata la saggezza e l’esperienza degli antichi popoli.